Donna Lucia Tedde
Donna Lucia Tedde aveva in affitto in Chiaramonti dei terreni delCapitolo di Ampurias [diocesi di Castelsardo] e venne convocata daicanonici per giustificare il motivo del mancato pagamento e aprovvedervi senza troppo esitare. L’amazzone chiaramontese si presentòe prima ascoltò le rimostranze dei canonici lamentosi per il mancatointroito e poi con un colpo di scena li bruciò tutti.Mise la mano nel suo abito di broccato, che ancora esiste aChiaramonti, non come abito ma come preziosa pianeta sacerdotale, etolse dalla tasca una ricevuta rilasciatagli dal defunto segretariodel vescovo, se non erro il canonico Fara, i canonici lessero laricevuta che la nobildonne tenne nelle sue mani, per il timore chegliela strappassero, e lessero: “Ricevo da Donna Lucia Tedde Delitalada Chiaramonti per i terreni che ha in affitto in quel territorio, diproprietà del Capitolo dei Ampurias, la somma di 185 ducati dovuti alcapitolo di Ampurias. Firmato canonico Fara” .I canonici arrossirono sconcertati e dovettero ingoiare il rospo.La nobildonna, soddisfatta, sorrise. Salutò i canonici, raggiunse ilsuo cavallo sardo-andaluso e accompagnata da due suoi comparichiaramontesi si avviò trionfante verso Chiaramonti.I canonici, rimasti allibiti, scoprirono che l’appena defunto canonicosi era tenuto il malloppo e li aveva lasciati a bocca asciutta.Cosi andavano le cose nell’anno del Signore 1727 tra Castelsardo eChiaramonti, tra Donna Lucia e il Capitolo. Donna Lucia sapeva leggeree scrivere oltre che essere un’eccellente amazzone come un pò tutte ledonne sarde dell’epoca.Archivio Diocesano Digitale di Tempio-Ampurias 1727 Fondo capitolare.
Andreina Cascioni