Donna Lucia Tedde: gli spirituali parenti di comparatico di Chiaramonti e dintorni
Scrivere una monografia sul Settecento anglonese e, quindi, su Donna Lucia Tedde Delitala, richiede un certo tempo, tuttavia, data la curiosità degli anglonesi per conoscere questo periodo, abbiamo ritenuto opportuno pubblicare quest’essenziale contributo. Seguiranno altre puntate, mentre raccomandiamo i saggi di Maria Lepori che i cultori di storia possono acquistare in cartaceo e in ebook.
Questo contributo di équipe ha come fine di verificare il ruolo di madrina svolto da Donna Lucia Tedde Delitala (1705-1755) a Chiaramonti, rilevando quei dati che sono necessari per conoscere i tempi della sua residenza, le sue alleanze intercetuali: nobili, clero e ceto subalterno durante i suoi quasi quarant’anni (1717-1755) di egemonia sul paese.
Il concilio di Trento, e in seguito numerosi sinodi diocesani sardi, decretarono che in ogni parrocchia fossero istituiti e conservati con la massima cura i quinque libri: il libro dei battesimi, il libro delle cresime, il libro dei matrimoni, il libro delle sepolture, il libro delle stato delle anime.
Queste decisioni non vennero applicate in modo uniforme nei vari paesi della Sardegna in ottemperanza ai singoli sinodi: la maggior parte sono stati costituiti nei primi decenni del Seicento (Anatra B. Puggioni G.1983); (Zichi,1994).
Dei quinque libri della Parrocchia di San Matteo di Chiaramonti sono giunti fino a noi: un libro polivalente cartaceo della diocesi di Ampurias, che va dal primo quarantennio alla metà del Seicento (ADDTA) e giace in cartaceo nell’Archivio Diocesano digitale fondato e diretto da Mons. Pietro Francesco Tamponi. Numerosi altri libri che vanno dal primo decennio del Settecento ai nostri giorni, con varie lacune, giacciono in cartaceo, ma anche digitalizzati, presso l’Archivio Storico Diocesano di Sassari, analizzati attentamente repertoriati in vari volumi curati dal fondatore e direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Sassari Mons. Giancarlo Zichi.
L’équipe, tuttavia, ha preso in esame soltanto i libri dei Battesimi e delle Cresime della prima metà del Settecento, esattamente quelli che vanno dal 1713 al 1755, anni in cui s’inserisce il ciclo della vita della nobildonna Lucia Tedde Delitala (1705-1755).
Nel primo cinquantennio del Settecento, Chiaramonti era una villa di 1.238 anime (cens. 1728), che subiranno un lieve decremento alla fine di questo periodo, 1-167 anime (cens. 1751) (Pardi, 1925). L’agglomerato urbano si concentrava nelle strade dell’antico borgo tardo-medioevale dal nome genovese di Carruzu Longu, forse un tempo anche Carruzu ‘e ballas e delle catalano-aragonesi Carrela Longa, la trasversale Carrela de su Putu, dove gli archeologi suppongono che ci fossero le mura del borgo dalla fondazione. Si aggiunga pure Muru Pianedda, Piatta, tutte vie in marcia verso la roccaforte (Marras G.L., 2010), (Campus G. F. R. 2007)
Queste vie s’inerpicavano, e s’inerpicano tuttora, verso la chiesa parrocchiale di San Matteo al Monte, detto Monte de Cheja, edificata nell’area di sedime di una preesistente cappella dei castellani fratelli Doria, signori dell’Anglona (Casula C.F.). Dopo la distruzione delle mura del borgo il discorso è impervio e si può solo affermare che nei primi decenni del secolo XVI la parrocchia con un vicario perpetuo e con vari curati svolgesse la sua funzione, fermo restando che il libro polivalente contiene, secondo Alessandro Scano, il libro dei Battesimi dal 6.6.1642 al 19.5.1651, dei Matrimoni dall’11.8.1638 al 23.10.1650, dei Defunti dal 30.7.1638 al 2.8.1643 (Scano A., 2004/2020), tuttavia, vi è da sottolineare, che siamo ben lontani dall’ordinamento completo delle carte d’archivio della diocesi di Ampurias, giacenti in apposite e numerose scatole dell’Archivio Diocesano Digitale di Tempio Ampurias (Tamponi F. 2019).
Con il materiale della demolizione delle mura della roccaforte e del borgo, i chiaramontesi rafforzarono le loro casette medievali sopraelevandole, mentre i nobili Pes e Delitala, costruirono i loro “palatos” con magazzini, scuderie, abbeveratoi per i cavalli e altro bestiame (Mele G. 1994), lungo il pendio del Monte Codinarasa le cui appendici degradano a sud est del Monte de Cheja. Nel Settecento il borgo era abitato dai ceti popolari suddivisi in pastori, contadini e artigiani, con ai margini qualche abitazione distinta, a piano terra, dell’emergente ceto borghese, destinato ad avere il predominio economico e sociale sul borgo, dopo il declino dei nobili e del clero secolare e regolare con la fine dell’Ancien Régime.
L’adolescente nobildonna era nata a Nulvi il 29 maggio 1705 da don Francesco Delitala Tedde e da donna Giovanna Maria Tedde Delitala. Fu battezzata il primo giugno dello stesso anno dal sacerdote Giovanni Maria Addis, alla presenza del padrino e della madrina, rispettivamente il nobile don Tomaso Delitala Tedde e Donna Lucia Tedde [Die primero iunio 1705 Nulvi Lussia hija legitima y natural del nob. don Juan Francisco Delitala Tedde y de donna Jana Maria Tedde Delitala coniug. de la presente villa fui baptizada por el rev. don Juan Maria Addis de dita villa naciò en los 29 del mes cerca passado de Mayo sendo pro padrinos el nob. don Thomas Tedde Delitala y donna Lussia Tedde Delitala. Liber baptizatorum de Nulvi 1694-1705 f. 258 file ADDTA file 134]. Delitala, presumibilmente fratello del padre, il padrino, e cugina di primo o di secondo grado della madre, la madrina, (ADDTA), presto andata sposa ad un Quesada di Sassari (Vulpes G., 2020).
Donna Lucia compare a Chiaramonti il 19 0ttobre del 1715 per il primo battesimo. Questo comparatico viene contratto con la famiglia Piris-Budrone, officiante il vicario Nicolau Mossa. Il curato-viceparroco Thomas Pirinu come padrino e come madrina “Doña Loguia Tedde de sa villa de Nulvi”(Bapt. 1). La stessa contrae nuovamente comparatico, in Chiaramonti, nel gennaio del 1716, con la famiglia Cossu-Melas, con accanto come padrino del figlioccio il curato-viceparroco Thomas Pirinu e viene ancora registrata Doña Loguia Tedde de sa villa de Nulvi (Bapt. 2). Si presume quindi che fosse ancora residente a Nulvi e sicuramente venuta in paese per questo secondo comparatico e forse per visitare il palazzo e a cavallo i poderi a lei destinati.
Nel 1717 contrae altro atto di comparatico, il terzo, con la famiglia dal nome materno Saba, [non riscontriamo il cognome paterno]. Funge da padrino il nobile Franciscu Pilu e da madrina Doña Luguia Tedde de dita villa. (Bapt. 3). Questa volta, la prima, viene registrata come residente a Chiaramonti e non più da quel momento de sa villa de Nulvi. La nostra giovane nobildonna, ormai dodicenne, sicuramente già brava amazzone, secondo la consuetudine dell’epoca che imponeva tanto ai maschi quanto alle femmine l’equitazione a partire dai cinque anni e l’istruzione in famiglia. (Quondam, 2003), (Lepori, 2010). L’antico ordine sociale considerava fin da piccoli il re, re; il nobile, nobile; il contadino, contadino (Ariés, 1968). Il bimbo e la bimba, vestiti già da uomo, e da donna adulti, venivano educati/e secondo il ruolo del ceto sociale di appartenenza (Bianchini, 1974), (Uliveri, 1999).
Ma seguiamo Doña Luguia per mettere in chiaro che da questo momento nei successivi atti di Battesimo e di Cresima, in occasione di relazioni di comparatico, figura de dita villa, de custa dita villa, de sa presente villa, inequivocabile segno che la nobildonna dal 1717 prende definitiva residenza a Chiaramonti, entrando in possesso dei beni mobili e immobili tramandati alla famiglia dagli antenati nobili chiaramontesi Delitala, (esattori della diocesi di Ampurias a cui anticipavano il monte delle decime da riscuotere (Tamponi F., 2020), sicuramente coadiuvata da un tutore e da altre figure necessarie alla gestione del patrimonio a lei destinato.
Andreina Cascioni e Giovanni Soro hanno esaminato e trascritto i fogli del liber Baptizatorum e Confirmatorum di Chiaramonti del ciclo della vita di Donna Lucia, più spesso Tedde Delitala e meno spesso Delitala Tedde. I due cognomi vengono registrati in modo liquido, nel periodo in cui questa nobildonna prese possesso del suo palazzo, forse con cappella privata e con un cappellano gesuita, secondo l’uso nobiliare dell’epoca (Zucca U., 2012). Coadiuvata, per il primo periodo, da un tutore o da un consigliere, data la giovane età.
All’epoca dell’arrivo della nobildonna a Chiaramonti, la Sardegna era governata dai viceré José Antonio Rubì y Boxadors, marchese di Rubì (1717) e, successivamente, da Gonzalo Chacòn (1718-1720). Dal 1717 al 1718 ritornarono gli spagnoli che, tuttavia, si ritirarono subito, per consegnare il potere sull’Isola agli Asburgo che, a loro volta, la cedettero ai Savoia nella persona del viceré Filippo-Guglielmo Pallavicini, barone di St. Rémy, che governò da Cagliari, per la prima volta dal 1720 al 1724 e per la seconda volta dal 1726 al 1727, mentre nell’intervallo gli subentrò Alessandro Doria del Maro, abate, (1724-1726). Tutti constatarono la disastrosa situazione dell’ordine pubblico sia nell’oristanese sia nel nord Sardegna e tentarono, spesso invano, di porvi rimedio (Guidetti, 1989).
Dal 1727 al 1731 governò l’Isola Tomaso Ercole Roero di Cortanze. Successivamente sarà nominato viceré, dal 1731 al 1735, Girolamo Falletti, marchese di Castagnole e di Barolo, grazie al quale l’irrequieta nobildonna ventisettenne, ormai a capo di una fazione chiaramontese, venne precettata a Cagliari. Le fece compagnia il cognato señor Juan Satta, marito della sorella Agneta. L’operazione dell’arresto fu opera del magistrato Oggiano, inviato dallo stesso viceré a sedare le lotte tra le fazioni anglonesi. Condannata a cinque anni di presidio e a mille ducati di multa dal tribunale costituito da sette cavalieri, per un barbaro delitto compiuto a Chiaramonti, sotto la sua regia, dalla sua fazione chiaramontese e da quella alleata di don Antonio Delitala di Nulvi. Dopo la condanna riuscì entro 4 mesi a lasciarsi alle spalle la torre di San Pancrazio in castello, a farsi trasformare la detenzione in arresti domiciliari, probabilmente in casa di parenti Delitala, residenti da tempo a Cagliari o forse prendendo in affitto qualche palazzotto. Del resto, facoltosa com’era non le mancavano i ducati per pagare. Trascorsi due anni, con una strategia degna di un esperto legale, pagando 500 ducati e promettendo di non capeggiare nessuna fazione e di non offrire supporto ai banditi, fu liberata e tornò a Chiaramonti, dove nell’ottobre dell’anno successivo riprese a svolgere il ruolo di madrina, come da Bapt. 19.Sicuramente mantenendo una condotta corretta.
Occorre rimarcare che a Cagliari, appena arrivata, si era saputa muovere con destrezza tra i nobili che rimasero forse affascinati dalla sua personalità di amazzone e di capo di fazione. C’è pure da rimarcare che approfittò del momento di debolezza delle istituzioni. Moriva all’improvviso, infatti, il vicerè Castagnole Barolo, che l’aveva precettata e fatta condannare e gli succedeva ad interim in attesa del viceré, il vecchio e debole arcivescovo di Cagliari (Lepori,2010). Certo non le mancò il supporto dei nobili. Smaniosa di andar via libera, seppe agire con astuzia, in modo spiccio, come pare sapesse muoversi nelle zuffe alla campagna contro le fazioni nemiche anglonesi. Ma su queste vicende avremo modo di scrivere in seguito.
Nel 1735 e fino al 1739 venne nominato viceré Carlo-Amadeo San-Martino, marchese di Rivarolo, uomo di rara durezza, da rasentare l’illegalità e la ferocia non solo verso il ceto nobiliare, volendolo ridurre alla legalità sabauda. Questo viceré si dovette accontentare di fare una descrizione stupita e sarcastica della nobildonna, attribuendole i baffi, che egli non aveva mai visti. Il Rivarolo non poté di certo, a pena scontata, né precettarla, né catturarla, (Manno G. 1847). Donna Lucia era ormai tranquilla badando ai suoi possedimenti e dimorando nel suo palazzotto di Chiaramonti, centro del suo potere, quasi certamente divenuto ormai carismatico.
Il braccio destro del viceré, magistrato della Reale Udienza, Francesco Cadello, di gran lunga più severo dell’Oggiano che lo aveva preceduto, servendosi di un drappello di dragoni con forca appresso, con un magistrato che non ammetteva lunghe difese di garanzia di nessuno genere ai colpevoli, condannava sommariamente, piazzava la forca nei paesi delle fazioni, faceva impiccare i condannati e squartarli in quattro parti piazzando la testa su un palo al centro del paese e i resti lungo le vie principali. I Delitala di Nulvi, alleati a suo tempo nel delitto imputato a donna Lucia, dovettero scappare, vedersi confiscati i beni e due furono portati a Cagliari e condannati a morte, per dare una lezione alla nobiltà, anche se poi questa condanna fu trasformata in prigione nella fortezza di Ceva e successivamente d’Ivrea in Piemonte, dove uno dei due morì senza ottenere la liberazione, nonostante una penosa petizione di un loro prestigioso congiunto canonico “agli regi piedi”. (Lepori, 2010, p.186 nota 46).
L’Anglona con altre regioni storiche del Capo di Sopra era sotto i feudatari spagnoli Borja [italianizzato Borgia] che si estinsero nel 1740. Spesso, questi “regidores” oltre a tutelare gl’interessi dei principi degli stati d’Oliva, si barcamenarono ambiguamente tra il potere viceregio e i nobili arroganti e malavitosi.
Donna Lucia, come già detto, fece da madrina negli anni 1715, 1716 e alle fine del 1717, in pieno periodo asburgico e sicuramente considerata della partita filospagnola, e durante l’anno del ritornato dominio spagnolo 1717-1718, per continuare poi nel periodo piemontese (1720-1752). Dal 1743 al 1750 mancano nei quinque libri i fogli dei battezzati e, quindi, figurano soltanto i battesimi dal 1751 al 1752. Ella visse a Chiaramonti dal terzo battesimo, 1717, fino al 1755, quando, a detta di Vittorio Angius, fu strangolata nel suo palazzotto e nel suo letto. Il cappellano gesuita che si mise a indagare sugli autori dell’assassinio finì fulminato da tre spari di schioppo (Angius, V. 1847).
L’enorme olio barocco del 1741, che oggi è appeso nella chiesa del Carmelo, con soggetto Santa Agnese e un gesuita in orazione, è presumibile che appartenesse alla nobildonna, alla quale fu, forse, donato dalla sorella Agneta, sposata ad Ozieri con Juan Maria Satta, partner in vari battesimi e suo accompagnatore a Cagliari nel 1732, quando fu condannata e ridotta agli arresti domiciliari nel biennio 1733-1734.
Si sa che il battesimo è il primo sacramento impartito ai neonati o agli adulti che vengono presentati al fonte battesimale per diventare cristiani, cancellando il peccato originale. Secondo un’antichissima consuetudine della Chiesa, chiunque venisse battezzato in forma solenne doveva avere un padrino, oppure un padrino e una madrina. I padrini e le madrine dovevano avere l’intenzione di assumere il compito di educare cristianamente i figliocci qualora i genitori fossero venuti meno. I padrini dovevano tenere personalmente il battezzando o toccarlo e sollevarlo dal fonte battesimale o dalle mani del ministro battezzante. Altre condizioni: avere raggiunto il quattordicesimo anno di età, salvo che il ministro, non ritenesse opportuno altrimenti. Non essere stato condannato per gravi reati e non avere condotta e fama riprovevoli (Caprioli A., 1996).
A guardar bene i fatti, la nobildonna non avrebbe dovuto nemmeno far da madrina, dopo simile condanna, ma si vede che il clero, suo alleato, non badava alle disposizioni canoniche e continuò a permetterle il comparatico, quasi avesse ricevuto l’assoluzione dei peccati insieme alla riduzione della pena, per il grave reato di cui era stata considerata la mandante dal tribunale dei sette nobili.
Ecco in ordine alfabetico, il cognome paterno e materno e il nome del battezzato e della cresimata. Complessivamente si tratta di circa 26 famiglie dei battezzati e 4 delle ragazze cresimate.
Brundu-Seu Dominiga, Carcassona-Carta (…), Caria-Sanna Thomaina, Cossiga-Belleddu Dominiga, Cossiga-Pirinu Juanne Andria, Cossu-Melas Antoni, Franquinu-Sata Franciscu Maria, Lauranquinu-Figayu Salvador Angelu, Legieri-Seu Andreuza, Lusu-Sanna Antonina, Martesu-Canu Salvadore, Mayolu-Falque Antonius Josephus Ioannes Baptista, Migaleddu-Pinna Graxia Angela, Migaleddu-Bazau Juanna, Pinna-Sanna-Cidda Larentu, Pirinu-Sanna Antoni, Piris-Budrone Billanu, Saba Antoni [Illeggibile il cognome paterno], Sanna-Falque Giuanna Maria, Sanna-Sanna-Figayu-Muru Victoria, Sata-De Santu Pedru, Satta-Fais Gavina, Satta-Quadu-Hunale Juanna, Satta-De Santu Maria, Satta-De Santu Franciscu, Tanca-De Rosas Francisca, Tanca-De Rosas Antoni, Tanca-De Rosas Antonina, Tolis-De Melas Maria Antona, Unale-De Migali Maria Francisca.
La lingua usata nei libri Baptizatorum e Confirmatorum di Chiaramonti nel Settecento è la lingua sarda con scrittura spagnoleggiante fino al 1758 e, da quell’anno fino al termine del secolo, venne usato il castigliano. Nella copia digitale consultata, qui sotto trascritta, è indicato il singolo foglio, in ognuno di essi sono registrati quattro o cinque battesimi, ma qui sarà indicato esclusivamente il foglio, dal momento che è abbastanza agevole rintracciare gli atti dei singoli battezzati.
Liber Baptizatorum Claramontis
1715-1752
1 – Die 19 de 8bre de 1715 Clara [mon]ti (f. sei zeri 29 )
Billanu figiu legitimu et naturale de Franciscu Piris et de Juanna Budrone cong est istadu batizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev Thomas Pirinu curadu sende PP su Rev. Franciscu de Melas de custa villa et sa nobile Doña Loguia Tedde de sa villa de Nulvi
2 – Die 20 de jenargiu de 1716 Clara.ti (f. sei zeri 32)
Antoni, figiu legitimu et naturale de Juan Maria Cossu et Pasca Angela Melas cong est istadu batizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev. Nicolau Mossa vicariu p.p.t. sende PP su Rev Thomas Pirinu de dita villa et sa nobile Doña Luguia Tedde de sa villa de Nulvi.
3 – Die 26 de xbre 1717 [Claramonti] (f. sei zeri 45)
Antoni figiu legitimu et naturale de Matheu […] et de[…] Saba coniuges est istadu batizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per me Nicolau Mossa vicariu p.p.t. sende PP su nobile Franciscu Pilu et sa nobile Dona Luguia Tedde de dita villa
4 – Die 4 abrile de 1718 Claramonte 7 sei zeri 46)
[…]figia legitima et naturale de Maria Carta et de Franziscu [Carcassona] cong est istadu batizadu in custa parroquiale eclesia de Santu Matheu per su rev Thomas Pirinu cura sende PP rev Franciscu de Melas et sa N.D. Luguia Tedde totu de dita villa
1 – Die 7 de freargiu de 1721 Claramonte (f.sei zeri 65)
Angelu figiu legitimu et naturale de Antony Pirinu et de Mathea Sanna cong est istadu baptizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev. Baquis Falque sende PP Senor Juan Maria Sata de sa villa de Otiery et de Dona Lugia Tedde de dita villa
6 – Die 2 9bre 1721 Claramonte (sei zeri 70)
Juanna figia lezitima et naturale de Antoni Migaleddu et de Juanna Bazau [cong] est istada batizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per me Matheu Are cura sende pro P.P. S. Juan Maria Satta de sa villa de Otieri et sa N.D. Luguia Tedde Delitala de custa dita villa.
7 – Die 24 de Julii de 1722 Claramonte (sei zeri 76)
Antonius Josephus Joannes Baptista figiu legitimu et naturale de Jacamu Mayolu de sa citade de Casteddu Aragonesu et comorante in custa dita villa et de Austina Falque cong est istadu batizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev Giromine Budrone sende PP su Rev Nicolau Mossa vicariu p.p. et sa Nobile Doña Lugia Delitala Tedde totu de dita villa.
8 – Die 31 de xbre 1722 Claramonte (f. sei zeri 79)
Antoni figiu legitimu et naturale de Jusepe Tanca et Francisca de Rosas cong est istadu batizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per me Matheu Are cura sende pro PP vicariu Nicolau Mossa et sa N.D. Luguia Tedde Delitala totu de dita villa.
9 – Die 10 de mayo 1723 Claramonte (f. sei zeri 83)
Juanna Maria figia legitima et naturale de Juanne Satta Cuadu et Magdalena Hunale cong est istada batizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per me Matheu Are cura sende pro PP sa N.D. Luguia Tedde Delitala de custa villa et su N.D. Hyeromine Delitala Cubeddu de sa villa de Nulvi domiciliadu in sa villa de Piague et personalmente agatadu in custa dita villa.
10 – Die 13 de 7bre de 1723 Claramonte (f. sei zeri 84)
Franciscu Maria figiu legitimu et naturale de Francina Sata et de Mastru Caralu Franquinu cong est istadu batizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev. Antony Cossu sende PP sa Nobile Doña Luguia Tedde Delitala et Senor Juan Maria Sata de sa villa de Otiery et personalmente agatadu in custa dita villa.
11 – Die 25 de 7bre de 1723 Claramonte (f. sei zeri 85)
Salvadore figiu legitimu et naturale de Clara Canu de Monte et de Christovulu Martesu cong est istadu batizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per me Thomas Pirinu cura sende PP Senor Juan Maria Sata Siny de sa villa de Otiery et personalmente agatadu in custa dita villa et sa N.D. Luguia Tedde Delitala de custa presente villa
12 – Ditu die (07/10) de 1723 Claramonte (f. sei zeri 86)
Juanna Maria figia legitima et naturale de Aneta Falque et de Baquis Sanna cong est istada batizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev Maestro fra Pedru Delipery religiosu Carmelita cun lisencia de su rev p.p. Nicolau Mossa sende PP su Rev Nicolau Mossa vicariu perpetu et sa N.D. Lugia Delitala Tedde totu de dita villa
13 – Die 13 de Martu 1724 Claramonte (f. sei zeri 91)
Dominiga figia lezitima et naturale de Andria Cossiga et Cecilia Belleddu cong est istada batizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev Thomas Pirinu cura sende PP Rev. Migheli Angelu Cabanna de sa villa de Laerru et comorante in custa dita villa et sa N.D. Luguia Tedde Delitala de custa dita villa.
14 – Die 19 de 8bre de 1724 Claramonte (f. sei zeri 95)
Maria Francisca figia legitima et naturale de Juanna de Migaly et de Luisi Unale cong est istada batizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev vicariu perpetu Gasparu Marras sende PP su Rev Antoni Cossu et sa N.D. Lugia Delitala Tedde totu de dita villa.
15 – Die 14 de abrile de 1727 Claramonte (f. sei zeri 124)
Dominiga figia legitima et naturale de Juan Maria Brundu et Caderina Seu cong est istada batizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev Gasparu Marras vicariu sende PP su Rev Nicolau Seque et sa Nob Dona Luguia Tedde Delitala de dita villa
16 – Die 18 de jennargiu de 1731 Claramonte (f. sei zeri 164)
Pedru figiu legitimu et naturale de Juanne Sata et de Bitoria De Santu cong est istadu batizadu in custa parroquiale eclesia de Santu Matheu per su Rev Gasparru Marras vicariu perpetu de sa villa de Martis sende P.P. su rev vicariu Nicolau Seque et sa Nobile Dona Lugia Tedde Delitala totu de dita villa.
17 – Die 10 de Austu de 1731 Claramonte (f. sei zeri 171)
Larentu figiu legitimu et naturale de Franciscu Pinna et Maria Sanna Cidda cong est istadu batizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per me su Rev Nicolau Seque vicariu perpetu sende PP su Nob Don Bernardinu Pes Sardu et sa N.D. Luguia Delitala Tedde de dita villa.
18 – Dito die et anno ut supra (04/02/1732) Claramonte (f. sei zeri 179)
Antonina figia legitima et naturale de Jusepe Tanca et de Francisca de Rosas cong est istada batizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per me su Rev Thomas Pirinu cura PP su Rev. Gasparru Marras de sa villa de Martis et Dona Lugia Delitala Tedde de custa dita villa.
19 – Die 4 de 8bre de 1735 Claramonte (f. sei zeri 215)
Franciscu figiu legitimu et naturale de Juanne Satta et Vitoria De Santu cong est istadu batizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev. Franciscu de Melas sende PP Martine Ispensatellu et sa Nob Dona Luguia Delitala de dita villa.
20 – Die 8 de freargiu 1738 (f. sei zeri 229)
Thomaina figia legitima naturale de Juan Maria Caria et de Antonina Sanna cong est istada batizada in custa Parroquiale eclesia de Santu Matheu per me su Rev. Lenardu Manquia cura sende PP Andria Satta y Dona Lucia Tedde de dita villa.
21 – Die 29 de agustu 1741 Claramonte (f. sei zeri 257)
Maria Antona figgia legitima et naturale de Jagu Tolis et Caderina De Melas cong est istada batizada in custa Paroquiale Ecclesia de Santu Matheu per me su Rev Dominigu Querqui cura sende pro PP. su rev Matheu Arazanu et sa Nobile Doña Lucia Tedde ambos de dita villa.
22 – Die 26 de agustu de 1742 Claramonte (f. sei zeri 258)
Maria figgia legitima et naturale de Juanne Satta et de Vitoria De Santu cong est istada baptizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per me su Dominigu Querqui sende pro PP su Rev vicariu Matheu Aracanu et sa Nobile Doña Lucia Tedde ambos de dita villa.
23 – Die 28 de genargiu de 1743 Claramonte (f. sei zeri 264)
Juanne Andria figgiu legitimu et naturale de Jorgiu Cossiga et de Pedruca Pirinu cong est istadu baptizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per me su Rev Dominigu Querqui sende pro PP su Rev. vicariu Matheu Aracanu Pinna et sa Nobile Doña Lucia Tedde ambos de dita villa. Querqui cura.
24- Die 25 de 9bre 1751 (f. sei zeri 12)
Graxia Angela figia legitima et naturale de Baldassarre Migaleddu et de Maria Angela Pinna cong est istada baptizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev Baquis Falque sende PP. Dona Luguia Tedde et Antoni Tanca totu de custa villa.
25 – Die 8 de bennargiu de 1752 (f. sei zeri 13)
Andriuza figia legitima et naturale de Juan Maria Legieri et de Maria Jusepa Seu cong est istada baptizada in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev. Leonardu Murgia sende pro PP su domine qui est iscrittu in su villete et sa Nobile Doña Luguia Tedde Delitala de custa [villa]. Juanne Seu cura.
26 – Die 23 de juliu 1752 (f. sei zeri 14)
Salvadore Angelu figiu legitimu et naturale de Vicente Lauranquinu et de Juanna Figayu cong est istadu baptizadu in custa Parroquiale Eclesia de Santu Matheu per su Rev. Giromine Budrone sende pro PP Lusoriu Amedeo Busel de sa citade de Valencia de Po et sa Nobile Doña Luguia Tedde Delitala de custa villa. Sequi cura.
Liber Confirmatorun 1728
Episcopus Angelu Galcerin de Fortesa [governò la diocesi di Ampurias dal 1727 al 1735, quando mori di febbri a Nulvi]. L’abbreviazione f.l.n. significa figlia legittima e naturale.
1 – Antonina f.l.n. de Dominigu Lusu et Thomaina Sanna cong P Doña Luguia Tedde Delitala.
2 – Victoria f.l.n. de Sanna Figaiu et Juanna Maria Muru cong P Doña Luguia Tedde.
3 – Francisca f.l.n. de Jusepe Tanca et de Francisca de Rosas cong. P Doña Luguia Tedde Delitala.
4 – Gavina f.l.n. de Nigola Satta et Maria Fais cong P Doña Luguia Tedde.
5 – Juanne, bastardu criadu in domo de Doña Luguia Tedde Delitala per su Rev. Antoni Cossu. Criadu vuol dire “servo”.
Ne deriva che in totale le famiglie legate a Donna Lucia in parentela spirituale negli anni esaminati furono trenta. Una percentuale abbastanza limitata visti i circa 1.187 battezzati dei singoli fogli durante la sua esistenza. Osserviamo che la maggior parte delle trenta famiglie dei battezzati e delle cresimate sono chiaramontesi, salvo qualcuna, proveniente da fuori. Dei nobili o señores contiamo dieci laici, Franciscu Pilu, (1), Bernardinu Pes Sardu (1), Señor Juanne Maria Sata de Othiery (3), Juanne Maria Sata Siny de Othieri (1), Andria Satta (1), Martine Ispensatellu (1), Lusoriu Andrea Busel de Valencia de Po piemontese (1), Antoni Tanca (1). Tra i vicari e i curati ne contiamo diciasette, rev. Franciscu de Melas (2), rev. Nicolau Mossa vicariu (3), rev. Matheu Are cura (1), rev. Nicolau Seque cura postea vicariu (2), rev. Antony Cossu (1), rev. Gasparru Marras de sa villa de Martis (1), rev. Matheu Aranzanu, vicariu (3), rev. Leonardu Murgia (1), rev. Mighely Anghelu Cabanna de sa villa de Laerru (1), rev. Thomas Pirinu cura (1).
Concludendo questa prima parte della ricerca possiamo affermare che Donna Lucia Tedde, di nascita nulvese, venne a Chiaramonti le prime due volte a 10/11 anni, registrata di Nulvi, tornò a 12 anni per altri battesimi, prendendo la residenza a Chiaramonti dove visse fino alla dettatura del testamento nel febbraio del 1755 al notaio Hioannes Vaca Guisu di Sassari e delle ville circostanti e alla morte violenta nel suo palazzotto nella stesso anno del Signore. A Chiaramonti esercitò la sua egemonia economica e politica e contrasse parentele spirituali che de facto si tradussero in alleanze per la sua fazione. Si suppone che abbia avuto buoni rapporti col clero locale e dei paesi vicini con i suoi parenti di Nulvi e di Ozieri, in particolare con la sorella Agneta e col cognato Juanne Maria Sata o Satta, suo partner almeno in tre battesimi, e accompagnatore a Cagliari dove ebbe modo d’introdurla tra la nobiltà della capitale “dove si mosse con imprevedibile disinvoltura alla ricerca di sostegni che le evitassero severe misure punitive.”(Lepori 2010
Gli autori ringraziano tutti coloro che, con suggerimenti e osservazioni, hanno contribuito alla stesura di questa prima puntata e in particolare il prof. Giuseppe Doneddu, la dr.ssa Antonella Panzino, il prof. Giancarlo Zichi, Canonico Pietro Francesco Tamponi e i suoi collaboratori e lo studioso Gianni Vulpes ricercatore di genealogie nobiliari. Molti dati ce li ha offerti con i suoi saggi la prof.ssa Maria Lepori che ringraziamo calorosamente. Un grazie speciale agli archeologi dr. Gianluigi Marras e al dr. Franco Campus che ci hanno dato le dritte per la descrizione del borgo e della chiesa di San Matteo. Un grazie particolare al dr. Carlo Patatu sempre disponibile a darci notizie sul paese, sugli stabili del Settecento e sulla memoria storica delle vie e del paese.
Archivi e Bibliografia consultati
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