Chissu pinzellu maré ca ti l’ha rigaradu?Di siguru una fada curiosa pa ipantà di marabiglia tuttu lu criadu.Ha furadu li curori a l’archupintu e l’ha cuadi i li quadri toi.
Il Cielo aveva bisogno di colori e ha chiamato a sé la regina dell’arcobaleno. Sono tempi tristi e di grande sofferenza e quei colori verniciavano di speranza il nostro presente. Hanno sicuramente conservato per te un posto di riguardo fra i grandi che ti hanno preceduta, da Biasi a Spada, da Figari a Dessy, da Meledina a Delitala; e fra cotanto senno, certamente, ti sentirai a casa. Le tue opere restano a imperitura testimonianza del tuo passaggio di maestra indiscussa dei rossi smaglianti, ricchi d’intrighi e di promesse, dei blu profondi che incorniciano la vita e promettono meraviglie, del giallo luminoso che accende i sogni. Guardare un’opera di Liliana Cano significa essere coinvolti nella sua visione del mondo e subirne ineluttabilmente il fascino.Con il colore Liliana Cano ha espresso il suo rapporto con il mondo esterno e reso percepibili fisicamente le sensazioni provate. Non è necessario il dotto parere degli esperti per capire le sue opere d’arte, e ai suoi lavori ci si accosta con uno slancio istintivo suscitato dalle cose che conquistano a prima vista.La sua produzione artistica supera la semplice rappresentazione della sua epoca, supera l’identificazione con il suo tempo. È una delle maggiori figure artistiche del nostro tempo ed è, allo stesso tempo, donna fra le donne, immersa nella storia e nel quotidiano. Artista eccezionale proprio per questa sua duplice veste: donna del suo tempo e sublime pittrice.Le sue tele veicolano una valanga di emozioni che testimoniano il suo (nostro) tempo, e sono messaggi spesso ambivalenti e solo apparentemente contradditori: rivolta e accettazione, orgoglio e modestia, dubbi e certezze.Ha attraversato il Novecento lasciando mirabili capolavori e aveva scosso l’inizio del XXI secolo con la sua “giovanile” esuberanza.Ci ha lasciati, questa ragazzina di 96 anni, un patrimonio artistico che con il tempo sapremo apprezzare in tutte le sue sfumature.Un anno fa, durante una conferenza sulla figura del pittore Costantino Spada, intervenne nel dibattito, insieme al maestro Elio Pulli, e gridò la sua rabbia contro la società e le istituzioni distratte e sonnolente che si ricordano dei suoi figli migliori ad esequie avvenute: «Non vi dovete ricordare degli artisti, quando non ci sono più. Noi siamo ancora qui per noi e per voi!»Noi del Salotto Letterario di Osilo ci siamo ricordati di lei e a lei abbiamo dedicato una sezione del Concorso Letterario scorso. E ora che siede nel Gotha della pittura nazionale, sapremo trovare il modo per sentirla sempre più vicina a noi.Grazie Liliana, grazie per avere dipinto i tuoi sogni con i colori della vita. Gianni Avorio