Milan Kundera per un suo romanzo ha scelto il titolo “L’insostenibile leggerezza dell’Essere”; sicuramente non si risentirà se lo prendo in prestito per definire una particolarità del Vestiario tradizionale osilese: lo scialle. “Insostenibile leggerezza e galanìa” lo scialle osilese, nel quale eleganza, raffinatezza, glamour, solarità, gusto, vanno a formare un “unicum di straordinaria bellezza e spettacolarità”, come a suo tempo scrisse lo storico Costanzo Deliperi riferendosi alle donne di Osilo. Lo scialle, nella sua costante semplicità, potrebbe essere definito il principe del vestiario tradizionale, non solo a cavallo del Novecento. Confezionato in diverse fogge e colori, nero senza frange per uso giornaliero (ischimuladu); nero con macramé e frange di seta per i giorni di festa (a Kìmulas); bianco senza frange ma con i bordi ricamati a mano e di seta rosa con macramé e frange, in uso per le donne ancora nubili; scialle biondo oppure color avorio o azzurro, sempre con bordo rifinito a macramé e frange, per le donne sposate o sul filo dei quarant’anni. Indossato su gonna di crespo nero, plissettata (solo nella parte superiore della cintura, con le classiche tre infilature e mantenuta in plissè con “sos cannones”) e con un grembiule, spesso sgargiante, talvolta ricamato a mano. Sotto lo scialle, secondo i gusti e le possibilità, una giacchina di broccato, oppure di seta italiana ricamata a mano, di raso, di pizzo o in velluto ma non rosso. Vestiario di grande riservatezza eppure di grande effetto, tanto che lo stesso Giuseppe Biasi nel raffigurare i costumi dell’isola, per Osilo ha scelto lo scialle (Pitzentina e Antonina Maronzu, modelle d’eccezione, rispettivamente madre e zia dello scrittore Gianni Avorio).Diversamente da tanti altri paesi della Sardegna, in questa foggia di vestiario non si vedevano gioielli, salvo una collanina in oro –prevalentemente rosso- chiamata “giunchigliu”, intervallata a segmenti regolari da rubini, da acquemarine o altre pietre dure, indossato dalle promesse spose, talvolta donato dal futuro marito, altre volte passato di mano dalla mamma o dalla nonna della futura sposa. Nella semplicità di questo abbigliamento emerge tutta la simbologia delle caratteristiche osilesi: essenzialità ed eleganza. È innegabile, così come emerge dalla fotografia, che questo tipo di vestiario sùsciti ancora oggi un fascino probabilmente mai perduto; restano famose, infatti, le immagini delle nostre donne all’uscita della funzione domenicale nella chiesa parrocchiale, seppur realizzate con strumenti tecnologici non di alta fedeltà. Che dire, se non che da sempre ci siamo distinti per svariati aspetti, non ultimo il vestiario: ancora oggi uno dei più apprezzati in Sardegna ma, forse, il più elegante e quello che non ha subito stravolgimenti stilistici, conservando nel tempo la sua originaria integrità, è solo lo scialle.
Giovanna Elies