“La scuola, la scuola mandate i vostri bambini a scuola, senza cultura un popolo è perdente, e allora? Fate studiare i vostri figli e se non avete la possibilità di farlo, ditemelo, per amor loro, ditemelo, ci penserò io, costi quel che costi”.Francesca Sanna Sulis (Muravera 1716 – Quartucciu 1810).“Una leggenda racconta che la giovane imperatrice Hsi Ling Shi, moglie dell’imperatore Giallo Huang Di (2712 a.C. – 2599 a.C.) leggendario padre della civiltà cinese, stava bevendo il tè sotto un albero di gelso quando un bozzolo cadde nella tazza mettendo in evidenza i fili lucenti e resistenti. L’imperatrice scoprì che dentro il bozzolo c’era il baco, l’autore di quel filo”.Inizia così la storia della seta: l’imperatrice, supportata dal marito, diede inizio all’arte della sericoltura introducendo la coltivazione del gelso e l’allevamento del baco in vasti territori dell’ immenso impero, inventando la bobina e il telaio e insegnando alle donne della corte a tessere il filo prodotto da quel piccolo essere, modificando persino l’abbigliamento delle persone di rango.La seta divenne presto un prodotto di lusso del potere politico e sociale.Ben presto i rotoli di seta grezza vennero usati regolarmente come valuta e scambiati con merci preziose oro, argento, spezie, corallo …Si aprì così un ventaglio di nuove vie carovaniere che arrivarono sino al confine del Mediterraneo occidentale e da li a Roma dove era ancora sconosciuta l’origine di quel prezioso tessuto.Passarono civiltà diverse, religioni, eserciti e malattie e solo nel 1877 furono chiamate da un celebre geografo, Ferdinand von Richthofen ”Via della Seta”.Nella “Storia Naturale”Plinio il Vecchio dice dei Seri (Cinesi) che fossero famosi per la lana delle loro foreste e aggiungeva: “Staccano una peluria bianca dalle foglie e la innaffiano. Le donne eseguono il doppio lavoro di dipanarla e di tesserla”.Dei bachi nessuna notizia.La storia che ci insegnavano a scuola continuava sino all’arrivo del baco e del gelso in Italia, alla fiorente industria del nord in Lombardia a Como e poi tutto si interrompeva come se la storia della seta non avesse mai sfiorato la Sardegna.Eppure il gelso e il baco erano stati introdotti dai Padri Gesuiti che si erano stabiliti ad Oliena nel 1665 e, dato il clima favorevole e l’abbondanza di acqua operarono come bachicoltori nei territori intorno ad Orgosolo. La Spagna e l’Italia erano i primi produttori di seta grezza in Europa.Nacquero così nel cuore della Barbagia delle maestranze a carattere domestico qualificate e capaci.Ma fu nel ‘700 che la Sardegna diventa un importante centro produttore di seta quando la nobildonna Francesca Sanna Sulis moglie del nobile giureconsulto don Pietro Sanna Lecca si trasferisce a Cagliari dalla sua Muravera dove era nata l’ 11 Giugno 1716. Francesca è una donna dotata di una non comune intelligenza, supportata da una naturale attività culturale e sociale che le consentono di essere all’avanguardia in un ambiente che relegava la donna ad un ruolo marginale rispetto a quello degli uomini.Agevolata dai tentativi riformistici del ministro piemontese Bogino nel campo dell’Agricoltura e della Istruzione, incentiva a Quartucciu nei possedimenti del marito, la coltivazione del gelso e l’allevamento del baco non limitandosi alla produzione della seta grezza.Infatti si circondò di ottimi collaboratori e trasformò in laboratori per la tessitura della seta destinata all’esportazione in Piemonte e in Lombardia a Como, i magazzini delle casa di Quartucciu.Ma per poter intraprendere questa attività aveva bisogno di personale specializzato e per raggiungere questo scopo face arrivare “docenti Continentali“ che insegnassero l’arte della seticoltura a giovani donne che ricevevano così una istruzione professionale. Era Lei che programmava i corsi e pagava gli istruttori fondando così la prima scuola professionale in Italia, per giovani fanciulle insegnando loro a leggere e scrivere, regalando libri che acquistava nella Stamperia Reale che era stata istituita nel frattempo a Cagliari.“Bisogna combattere l’analfabetismo se vogliamo che i nostri figli siano all’altezza del nuovo che avanza. E ben meritato fu il riconoscimento che Le diede con decreto regio, Carlo Alberto nel 1850, insignendola del diploma d’onore “benemerita nel settore della Pubblica Istruzione”Francesca fu allo stesso tempo determinante nel campo dell’Imprenditoria.La tessitura della seta era importante da un punto di vista economico, ma ad essa si aggiunse il fatto che iniziò a disegnare e produrre modelli di abiti da esportare e per farli conoscere organizzò con il supporto del Conte Giorgio Giulini un nobile lombardo diventato socio, una delle prime sfilate di moda a Milano con vere indossatrici, naturalmente fra lo stupore dei milanesi.I suoi richiestissimi modelli ben presto superarono i confini Italiani sino alla lontana Russia dove vestì la Zarina Caterina come si vede in un ritratto che si conserva all’Hermitage di San Pietroburgo.La Sua frequentazione con Giulini la mise in contatto con un universo industriale che le permise di arricchire la sua innata predisposizione imprenditoriale senza rinunciare alla Sua riservatezza, umanità, generosità e altruismo alla base delle quali vi era una profonda religiosità.Il Suo programma di rinnovamento dei telai, le migliorie lavorative e i corsi professionali servivano a mettere in evidenza le attitudini, la creatività dei suoi dipendenti formando squadre preziose di donne e di giovani e, come Lei sperava, di potenziali imprenditori anche non necessariamente nel campo della tessitura.Ma per raggiungere questo obiettivo, era necessario fare investimenti e servivano capitali che Lei aveva e che mise a disposizione con l’ obiettivo di una crescita culturale e di un rinnovamento della società sarda.Cercò quindi di coniugare lo sviluppo industriale che si verificava in Europa, con il rispetto delle tradizioni contadine sarde: alle operaie che si sposavano, regalava un telaio che voleva dire permettere loro di far studiare i figli, di aiutare economicamente la famiglia e di realizzarsi come donne “indipendenti”. Era nel vero senso della parola attuale un “Capitano d’Industria” perché fece del suo mondo un mondo migliore in cui vivere.La storia di donna Francesca rimane nell’oblio dopo la sua morte avvenuta il 10 Febbraio 1810 così come non ebbe seguito l’industria della seta nonostante avesse lasciato tutti i suoi beni alle comunità locali di Muravera e di Quartucciu.Le ricerche meticolose di un bravissimo giornalista, Lucio Spiga e il conseguente libro, che racconta con documenti storici e dovizia di particolari la storia di una donna molto più avanti del secolo nel quale visse, ci consentono di guardare al passato per trarre un insegnamento per il presente: è possibile oggi ripensare ad una “nuova via della seta” in Sardegna? La produzione della seta oggi si è ridotta notevolmente in tutto il mondo compresa la Cina che comunque detiene il primato.Intanto intorno a noi il mondo sta cambiando velocemente, nuovi prodotti partendo ancora una volta dall’ Oriente e attraverso le “Nuove Vie della Seta” arrivano in Occidente facendo si che il ponte gettato 5000 anni fa circa da una donna eccezionale come l’ Imperatrice Hi Ling Shi e percorso poi da Francesca Sanna Sulis, possa rinascere a nuova vita.“infatti il baco da seta oggi viene studiato per la produzione di proteine particolari introducendo nel suo genoma geni esogeni. Le proprietà meccaniche della seta vengono sfruttate in campo medico- chirurgico sia come filo di sutura che per i tessuti cartilaginei, i legamenti o persino per le ossa. Nei centri di ricerca mondiali si studia la formazione di membrane cornee, protesi vascolari, bendaggio per le ferite e matrici di farmaci a rilascio lento”.Il bachi e le api si studiano come importanti rilevatori di inquinamento.Anche il gelso viene coltivato per le sue proprietà nel campo farmacologico per il trattamento di tante patologie.Quella farfalla che il grande naturalista Carlo Linnèo chiamò Bombyx mori nel 1758, essa ci riserva grandi sorprese e nuove speranze aprendo orizzonti impensabili nel campo della ricerca.Nel cuore della Sardegna ad Orgosolo viene ancora allevato il baco da seta di razza ”Orgosolo” da una donna, ancora una volta, tenace, che dona alla Sardegna un contributo alla tutela delle tradizioni e della biodiversità: Maria Corda “la donna della seta di montagna” che continua la leggenda della seta iniziata tanti millenni fa in Cina. Perché non pensare oggi ad un centro di ricerca nel cuore della Barbagia che apra una Nuova via della seta, dove giovani ricercatori, mantenendo inalterata questa secolare tradizione, possano confrontarsi su nuove idee, nuovi progetti e obiettivi da raggiungere che siano l’origine di una nuova economia ?
Adriana Ottelli Biffis