In questi giorni di ripresa tenzone politica, un amarcord di Massimo Dadea, ormai politico e scrittore di successo, pone l’ accento su una questione fondamentale: la passione per la politica. E “passione” deve o dovrebbe essere; lontani da motivi di rivalsa o, peggio ancora, arrivismi, il politico dovrebbe indossare oggi di Robin Hood e cercare di ottenere quella equiparazione di opportunità sociali che continuamente si proclama e delle quali non si viene a capo. Se manca la passione anche gli atti altro non sono che “pour parler”. Giovanna Elies
La politica come passione
Ho difficoltà a ricordare quando è nata in me la passione per la Politica. Un ruolo importante, forse decisivo, l’hanno avuto i racconti dei miei genitori: le sensazioni, le emozioni, che quelle parole suscitavano in me. Erano i racconti del caminetto. La mia famiglia, alla fine della cena, nelle notti d’inverno, si raccoglieva attorno al fuoco: un treppiede su cui poggiava una padella bucata dove cuocevano le caldarroste. La luce del fuoco del camino disegnava strani bagliori sul viso e il rumore delle castagne scoppiettanti faceva da colonna sonora ai racconti, alle storie. Una narrazione lenta, scandita dalla voce di mio padre, che in un silenzio carico di attenzione rievocava le avventure di “scorrimmondo”, le peripezie di un giovane vagabondo alla perenne ricerca dei propri genitori. Una favola che si tramandava di generazione in generazione e che io ascoltavo rapito dalla melodiosa cantilena della parlata tempiese di mio padre: “ andendi, andendi, a scorrimmondo…”. Altre volte il protagonista era Bernardino Dadea, famoso medico omeopata della metà del 1800; oppure le gesta di Sebastiano Dadea, che combatté al seguito di Giuseppe Garibaldi e fondatore a Tempio del settimanale “La Gallura”; o le guasconate di Scimoni Satta, mio nonno materno o ancora le disavventure dello stesso mio padre, pestato da un manipolo fascista in Piazza Gallura, a Tempio. La Politica è stata per me una inclinazione che mi ha accompagnato per tutta la vita. Diceva Marcel Proust “ ognuno ha bisogno di trovare delle ragioni alla propria passione”. Il senso di questa riflessione sta proprio nella ricerca delle ragioni di questa passione. La Politica può essere vissuta con amore solo se è motivata da una profonda tensione ideale e se è incastonata all’interno di una dimensione etica e morale. La Politica come passione nasce da un’idea di futuro, da un’idea precisa di società, da una volontà di riscatto, di giustizia, di libertà, di uguaglianza. La Politica come passione nasce spesso dall’avversione verso l’ingiustizia, la prepotenza, l’intolleranza, il sopruso, la discriminazione, l’arroganza del potente che vuole schiacciare il più debole. La Politica è una passione che attraversa le diverse età della vita: un segnatempo che scandisce gli affanni, i tonfi, le gioie, le amarezze, le delusioni, le inquietudini, le speranze. La Politica è tutte queste cose insieme. La Politica non si sceglie, la Politica non ti sceglie, la Politica non è, e non può essere, un calcolo; non è, e non può essere, uno strumento di promozione sociale; non è, e non può essere, la scorciatoia per facili guadagni; non è, e non può essere, interesse personale. La Politica non è, e non può essere, una professione. La Politica è individualità, egocentrismo, ambizione, vanità, narcisismo, spregiudicatezza, determinazione, persino cinismo: al servizio, però, di un bene collettivo. Antonio Gramsci, nei Quaderni dal carcere, scriveva “la grande ambizione, oltre che necessaria per la lotta, non è neanche spregevole moralmente, tutt’altro: tutto sta nel vedere se l’ambizioso si eleva dopo aver fatto il deserto intorno a sé, o se il suo elevarsi è condizionato dall’elevarsi di tutto uno strato sociale e se l’ambizioso vede appunto la propria elevazione come elemento di elevazione generale”. La Politica come passione è l’individualità che si fa coralità. La Politica come passione è sogno, utopia, visione, progetto: un utile ossimoro fatto di lucida visione e utopistica concretezza. La Politica vista così sembrerebbe una perversione della mente o una patologia dell’anima. La Politica è semplicemente una passione: un sentimento intenso che investe con forza l’intera personalità dell’individuo al quale conferisce una specifica identità. Ed allora come nasce la passione per la Politica? Fortunatamente non si tratta di una malattia geneticamente determinata, né vi sono evidenze scientifiche a riprova di una qualche familiarità. E’ semplicemente il frutto di un incontro, a volte casuale, altre fortemente voluto, tra un obiettivo, più o meno ambizioso, e una volontà capace di perseguirlo.
Massimo Dadea